I giovani( in media tra i 16 e i 24 anni), come già da me affermato , sono
cresciuti con la tecnologia e i cosiddetti “nativi digitali”hanno come orizzonte
il web come parte integrante della loro vita. Spesso questo uso delle nuove
tecnologie si limita ad un consumo superficiale, come inviare sms o scrivere su
un blog, ma in profondità non hanno una conoscenza approfondita della
tecnologia,dei suoi meccanismi e del suo linguaggio. A questo proposito mi
chiedo: in che modo internet, smartphone, tablet………possono essere usati come
utili strumenti didattici e non come fine dell’insegnamento?
Ma è proprio vero che i giovani sono tecnologicamente alfabetizzati?
Durante la mia esperienza professionale ho notato che in molti giovani e
studenti c’è un vero e proprio analfabetismo tecnologico,non sempre sono capaci
di cambiare il layout di un foglio word, formattare un computer, installare
nuovi software e usare un file excel in tutte le numerose potenzialità di
calcolo che offre. Per i giovani
facebook è il loro migliore amico e la chat è il nuovo quotidiano.
Quindi la digitalizzazione del sapere sta cambiando il loro modo di percepire
il mondo che li circonda, i loro rapporti interpersonali, i loro ragionamenti e
la struttura del loro pensiero. Questa nuova generazione digitale ragiona in
termini di comunità ovvero all’interno di quella network community
,caratterizzata non solo da specifici interessi, ma anche da peculiari codici
espressivi e linguistici; sta crescendo con l’ iphone e si convince sempre di
più che la cultura coincide con il
multitasking o con l’avere tutto a portata di click,questi “ragazzi”( così mi
piace chiamarli)non sono più in grado di svolgere una ricerca che non sia il
copia-incolla di WIKIPEDIA o di guardare
un cielo stellato senza l’aiuto di una delle migliaia di app a disposizione.
Concludo dicendo: noi, genitori e docenti, cosa possiamo fare?
Io sono pienamente d’accordo con il Prof. Pauletto che afferma:” i giovani
non si percepiscono come soggetti passivi del mondo informatico ma devono
essere i protagonisti attivi della produzione dei contenuti da scambiare e
condividere: quindi condivisione e partecipazione”.
A mio avviso il web non può essere il fine di un percorso educativo, ma
deve essere uno strumento per permettere la crescita di chi lo utilizza………………….
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