TITOLO

L'alfabetizzazione digitale nel web 2.0

mercoledì 14 novembre 2012

UNA BUONA …RACCOMANDAZIONE!




L’Europa raccoglie le sfide legate alle tematiche della globalizzazione, della cittadinanza attiva e dell’occupazione e raccomanda di insistere sull’alfabetizzazione digitale e mediatica per contribuire a creare una società della conoscenza più inclusiva, fatta di persone informate, coinvolte e consapevoli. Infatti, sia nella sfera pubblica che in quella professionale, sono cambiati i modi di accesso all’informazione e ai servizi e, di conseguenza, si stanno modificando anche le competenze, le abilità e le conoscenze richieste. 
La Comunità Europea sta, quindi, spingendo per l’adozione di codici di condotta relativi all’uso consapevole di tutti i mezzi tecnologici, per l’avvio di campagne di sensibilizzazione nazionali, corsi di formazione, organizzazione di conferenze, dibattiti pubblici e per l’inclusione delle competenze digitali e mediatiche all’interno dei curriculum scolastici in un’ottica di apprendimento permanente.
Nello specifico l’Unione Europea definisce la Competenza Digitale come la capacità di “saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle TIC: l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”.
(RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente)” http://ec.europa.eu/education/policies/2010/doc/keyrec_it.pdf
Anche il settore dei media è invitato a migliorare il livello di alfabetizzazione mediatica per permettere agli utenti di valutare criticamente i contenuti on-line attraverso:
  • campagne di sensibilizzazione sulle tecniche utilizzate per la comunicazione commerciale, in particolare per quanto riguarda l'inserimento di prodotti e la pubblicità on line;
  • pacchetti informativi rivolti ai giovani sul trattamento dei dati personali;
  • giornate di informazione sul modus operandi dell’economia della creatività e sui diritti di autore.
Insomma, soffiano venti di rinnovamento nella scuola,  nel lavoro e nella vita privata e sfiorano tutte le categorie sociali, giovani, anziani e professionisti. Lasciamoci sollevare dalla brezza senza timore, potremmo forse toccare il cielo con un dito!
Maria Merolla


1 commento:

  1. Come accade spesso, la realtà supera la fantasia... e mentre l'Europa è lì a darsi (darci) regole e "raccomandazioni" (!!) i nostri piccoli alunni sono già un passo avanti..
    Insegno da 21 anni nella scuola primaria e ricordo ancora i primi approcci dei miei alunni con i pc che - ancora oggetti del desiderio nell'ambito scolastico - portavo personalmente da casa.
    Un primo commodore 64, poi un 386 e così via... Bene, fin da allora era evidente che l'alfabetizzazione "informatica", almeno per loro, non era certo un problema.
    Dopo qualche anno, quando anche il sistema scolastico italiano cominciò a capire che forse era il caso di formare i docenti sull'uso delle Nuove Tecnologie (allora così venivano definite) mi capitò di fare da tutor in qualche corso per i miei colleghi. Bene, fin da allora mi resi conto che per gli adulti non era semplice "entrare" nella logica del Personal Computer.
    Questa premessa era necessaria per collegarmi al tuo post.
    Sono passati 20 anni e tuttora vedo in giro, seppure in forma minore (grazie a Dio), le stesse difficoltà degli adulti e la stessa prontezza dei bambini.
    C'è stato, bisogna dirlo, da parte del ministero, un grosso sforzo e un enorme investimento di risorse (grazie anche al contributo dell'UE) per formare i docenti. Ma devo amaramente constatare che, dopo tutti questi anni, si parla ancora di "alfabetizzazione"!
    Vedi i corsi PON - DIDATEC per i docenti, ora definiti corsi "base" per non usare (a mio parere) nuovamente il termine "alfabetizzazione"...
    Si, capisco, i motivi di questo (colpevole?) ritardo da parte della classe docente nell'adeguarsi alle raccomandazioni europee sono imputabili a molteplici motivi.
    Probabilmente non ci si è voluti mettere in gioco, probabilmente sarà stata un po' di pigrizia intellettuale, probabilmente i corsi di formazione non stati organizzati bene o sono stati affidati a guide poco motivanti, probabilmente una categoria, come quella dei docenti, non ha accettato ulteriori sacrifici oltre a quelli che quotidianamente deve già fare (lavoro in condizioni precarie, stipendio sottodimensionato, ecc.)... eppure sono passati vent'anni!!!!
    Come appartenente alla categoria sento di dover ammettere una sconfitta.
    Non siamo stati capaci di camminare al passo coi tempi, anzi, proprio perché docenti, dovremmo essere capaci di essere "un passo avanti" come i nostri alunni, senza la necessità che sia l'Europa a dovercelo ricordare....

    Che poi non si finisce mai di imparare"!! Ma questa è un'altra storia....

    RispondiElimina