Le trasformazioni tecnologiche
e comunicative degli ultimi decenni hanno dato l’avvio a repentini cambiamenti
all’interno dei processi di acquisizione, produzione e trasmissione del sapere
inducendo le istituzioni scolastiche e formative ad un riassesto delle
strutture, dei contenuti e delle finalità da tempo consolidate.
Non si richiede, tuttavia, solo un maggiore impegno della scuola a superare il digital divide o a ridefinire gli spazi di lavoro. Si insiste, piuttosto, sulla necessità di alfabetizzare
gli studenti ad un uso critico e consapevole del
mondo digitale fornendo in aggiunta delle coordinate di orientamento per
mantenere la rotta stabilita e non
perdersi nel caos mediatico e nell’overdose di informazioni “in the cloud”.
Tale competenza digitale presuppone delle abilità tecnologiche di base
necessarie a ricercare, valutare, produrre e scambiare conoscenza, ma si nutre anche del desiderio di costruire
insieme nuovi significati attraverso l’interazione con gli altri, in contesti che siano motivanti e animati dalla ricerca di soluzioni a problemi
significativi. In quest’ottica di progettazione formativa diventano primari gli
obiettivi di sviluppo delle abilità metacognitive, la flessibilità e la
formazione all’autonomia (pur nella condivisione di significati che costituisce
il leit motiv dell’apprendimento collaborativo), nonché alcuni momenti strategici
di autovalutazione del processo.
La scuola ha molto da
guadagnare aprendo le porte alle tecnologie, in particolare se usate in un ambiente di
apprendimento cooperativo che aiuti a tessere
la rete delle conoscenze; questi strumenti liberano la creatività dei
ragazzi, amplificano le loro voci, restituiscono consapevolezza e autostima,
inoltre ridefiniscono nuovi ruoli (quello dello studente e quello del docente)
e accendono i riflettori su altre finalità (partecipazione collaborativa alla
costruzione della conoscenza).
Sicuramente l’alfabetizzazione digitale non è
la soluzione ai mali che affliggono la scuola ma rappresenta per essa un’occasione
unica di agganciarsi ai contesti reali, di far vivere una cittadinanza consapevole e di maneggiare una competenza
chiave per l’apprendimento permanente, quello che dura per tutta la vita.
Maria Merolla
Esempi di progetti di
alfabetizzazione digitale nelle scuole:
http://www.iprase.tn.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/7ced5268-d7c4-414e-84ad-10583252d250/Dida_20.indd.pdf
http://www.tdjournal.itd.cnr.it/files/pdfarticles/PDF32/midoro.pdf
http://www.iprase.tn.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/7ced5268-d7c4-414e-84ad-10583252d250/Dida_20.indd.pdf
La scuola non può rimanere cieca di fronte all' avanzare delle nuove tecnologie che molto spesso vengono viste dagli insegnanti come dei "mostri" da evitare...è indispensabile ridurre il gap generazionale tra i giovani alunni ed i loro maestri che fanno fatica a stargli dietro.
RispondiEliminaIo insegno in una scuola dell'Infanzia a bambini di quattro anni ed è incredibile la loro meraviglia e la loro gioia di apprendere attraverso e-book o lavagne interattive touch screen...i cittadini del futuro che formiamo DEVONO necessariamente avvicinarsi a questi nuovi mezzi, DEVONO sviluppare queste COMPETENZE TECNOLOGICHE che, tra l'altro fanno parte di quelle competenze chiave " di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione”.(racc. eur. 2006)
Per concludere avviamo in tutte le scuole questo processo di tecnologizzazione dove la stessa scuola, però, deve assumere l' importante ruolo di filtro per un uso critico e consapevole dei computer...e non solo.